IGNAZIO ARCOLEO: GIOIE E DOLORI


Ad Ignazio Arcoleo sono legati i ricordi di due ere. Da giocatore prima, e da allenatore poi. Memorie dolci e amare, come centrocampista elegante e come tecnico coraggioso. Fase 1, il calciatore. Fa parte dell'era Barbera: arriva giovane dalla Juventina, una società cittadina, e si impone subito all'attenzione. E' forte, gioca bene a centrocampo, e ha personalità. Ignazio Arcoleo è palermitano doc. E' nato a Mondello, una borgata marinara della città, e sente forte dentro di sè l'identità della città. E' uno degli uomini dell'ultima promozione, ma anche quello che commise il fallo da rigore che praticamente tolse al Palermo una storica Coppa Italia. Andato via da Palermo, giocò anche in serie A e fu suo il primo gol mandato in onda dalla tv a colori. Appese le scarpe al chiodo, cominciò la carriera da allenatore. Idee all'avanguardia: zona, pressing, fuorigioco, occupazione totale del campo. Prese il Trapani in Interregionale e lo portò a giocarsi la serie B. E il presidente del Palermo Giovanni Ferrara, alla disperata ricerca di soluzioni, puntò su di lui. La prima stagione da tecnico rosa fu esaltante. Annata '95/'96: i rosa avevano una squadra che aveva come obiettivo massimo la salvezza, da ottenere in qualunque modo.

Arcoleo da giocatore

Arcoleo, allenatore del Palermo

Il Palermo però arrivò nono, ma nel girone d'andata era stato anche primo. Giocava bene, eliminò in Coppa Italia (umiliandolo) il Parma dei campioni e batté il Vicenza, perse di misura a Firenze. Con Arcoleo esplosero giovani che tuttora occupano la ribalta in piazze importanti: Vasari, Tedesco, Lucenti, Galeoto. Lo chiamavano il Palermo dei palermitani perché molti giocatori erano nati in città o provenivano dal settore giovanile. Mai negli ultimi anni Palermo ha vissuto giornate così esaltanti nel calcio. L'anno dopo, fu il tracollo. Una campagna acquisti (e soprattutto cessioni) sbagliata, forse i giocatori non avevano più la stessa "fame", insomma i rosanero retrocedettero in C1 e Arcoleo fu sostituito dopo 30 partite. In C1, l'anno dopo, subentrò a Rumignani all'8ª ma la strada del precipizio era ormai stata imboccata, e il Palermo conobbe l'onta della retrocessione in C2, poi evitata grazie alla cancellazione dell'Ischia dalla C1. Lì si chiuse l'avventura a Palermo di un grande protagonista in rosanero che ha lasciato dietro di sé una certa sensazione di incompiutezza.