DE BELLIS, IL MONUMENTO
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Tonino De Bellis è un
monumento in maglia rosanero. Praticamente ha legato a questa città
e a questa squadra la sua intera carriera da giocatore e, successivamente,
da allenatore. Nato a Taranto nel ’37, è arrivato a Palermo a 19 anni.
Eccezion fatta per una stagione a Venezia (‘61/’62), ha sempre giocato
a Palermo. E’ stato un difensore roccioso, duro, ma implacabile. Un
solo gol in carriera, in Coppa Italia, una partita contro il Catanzaro
che i rosanero perdevano 3-0 e vinsero 4-3 proprio con gol di De Bellis.
Nella classifica dei «fedelissimi» che hanno giocato più partite col
Palermo è terzo, dietro Biffi
e Benedetti. Non era alto e neanche troppo robusto ma era straordinariamente
determinato. A Novara nella stagione ‘57/’58, cadde a terra e perse
i sensi. Allora non esistevano le sostituzioni, e non appena si riprese,
De Bellis ricominciò a giocare. Si dice che in un paio di occasioni
un certo Gavinelli, del Novara, si diede malato pur di non affrontarlo.
E’ stato uno dei pupilli di «Don» Carmelo
Di Bella. Finita la carriera da giocatore, sembrava dovesse
fare l’assicuratore. Ma così non fu. Tornò ancora al Palermo, stavolta
da tecnico. Allenò le giovanili, poi la prima squadra al posto di De
Grandi nella stagione ‘75/’76. Prese i rosa all’ultimo posto
e li portò quasi a sfiorare la serie A. E l’affetto dei tifosi verso
quest’uomo mite,che preferisce i fatti alle parole, è aumentato ancora
di più. Nella
stagione seguente si sarebbero potute gettare le basi per una grande
annata, ma De Bellis inaspettatamente si dimise per contrasti con alcuni
giocatori che pretendevano il posto in squadra. Non
lo ha mai detto espressamente, ma potrebbero essere nomi da ricercare
tra i vari Vianello, Cerantola, Brignani e Magistrelli. Anziani del
gruppo.
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E’ tornato ancora una volta a fare l’allenatore del Palermo per fare la «chioccia» a un’Ignazio Arcoleo senza patentino per allenare in B. Arcoleo che De Bellis conosceva benissimo per la militanza del «picciotto» di Mondello in rosanero. E ancora Tonino centrò nel segno gestendo una delle squadre migliori viste a Palermo negli ultimi anni, l’ultima che abbia in qualche modo sfiorato il sogno della serie A.