IL TRISTE QUINDICENNIO '80 - '95


Gli anni ’80 non saranno certo ricordati positivamente dai tifosi rosanero: poche gioie e molte amarezze. Nei primi due anni, comunque, i fans si tolgono qualche soddisfazione, come vedere il centravanti Gianni De Rosa sul trono dei cannonieri della B con 19 reti ed il funambolico Giampaolo Montesano dribblare all’impazzata. De Rosa venne preso dal Como e si rese protagonista di una stagione straordinaria (‘81/’82) con gol segnati a portieri rimasti nella storia del calcio come Zenga e Garella. Prima di lui al centro dell’attacco rosanero c’era Egidio Calloni (11 gol nell’80/’81) ricordato soprattutto per la tripletta al Milan (che era retrocesso in  B per il calcio scommesse) in un Palermo-Milan 3-1, ma anche per i gol incredibilmente sbagliati! Una macchia nera fu la sconfitta a tavolino nella stagione ‘81/’82 contro il Catania battuto sul campo per colpa di un «tifoso» che colpì in testa con una bottiglietta il catanese Miele, costretto a non giocare la gara.

Il 3 giugno ’82 avviene una svolta in società: presidente viene nominato Roberto Parisi, direttore dell’Icem detentrice dell’appalto di pubblica illuminazione della città. Si dice che a convincerlo sia stata (ancora una volta) la pressione - incluse telefonate all’alba - di Matta. Gambino, dopo l’esperienza al Palermo, diventerà presidente della Ternana prima di essere arrestato nell’ambito delle indagini sulla Cassa Rurale e Artigianale di Monreale, in mano alla mafia. Ma torniamo a Parisi appassionato di vela ma non molto di calcio. Le sue dichiarazioni fanno pensare a una gestione manageriale e moderna, ma i risultati non arrivano e nell’83/’84 - nonostante l’ingaggio dell’esperto tecnico Gustavo Giagnoni e la sua sostituzione nel finale con Landoni - ecco la prima retrocessione in C, a oltre 40 anni di distanza dall’ultimo torneo di 3ª serie disputato.

L’anno dopo le cose vanno ancora peggio, con la pagina nera dell’assassinio del presidente. Il 23 febbraio l’ingegnere e il suo autista vengono uccisi da un commando mafioso a Partanna Mondello: un omicidio che rimanda all’attività di Parisi di direttore dell’Icem, che dal ’69 gestiva l’illuminazione pubblica a Palermo. Il 27 giugno ’80, giorno della tragedia del DC9 ad Ustica, il presidente rosanero aveva perso la moglie e la figlia di 6 anni. Il nuovo presidente è Salvatore Matta (azionista di maggioranza è sempre la Icem) che chiede e ottiene la collaborazione dell’imprenditore edile Franco Schillaci. I rosa ottengono la promozione in una storica vittoria ottenuta nel finale di partita, in una «Favorita» stracolma, contro il Messina. Il gol decisivo è di Totò De Vitis. Allenatore è Tom Rosati, i rosa giocano gran parte della stagione a Trapani a causa dei lavori per la costruzione del 2° anello alla «Favorita».

L’anno dopo si pensa in grande (allenatore Angelillo poi sostituito da Veneranda, ds Bulgarelli) ma è uno sforzo «pagato» con un indebitamento di oltre 10 miliardi. A campionato in corso, per tentare di riparare, vengono ceduti i «gioielli» Maiellaro e De Vitis. La stagione si conclude con la salvezza conquistata all’ultima giornata con la vittoria sul Monza, grazie al gol dell’esordiente Salvatore Tarantino, centrocampista della Primavera. Nell’estate successiva arriverà di conseguenza la vergognosa radiazione della società per inadempienze finanziarie (il Palermo era rimasto intanto coinvolto anche nel secondo scandalo del calcio scommesse con alcuni propri tesserati). A nulla servono, in quei giorni «caldi» che precedono la cancellazione del Palermo dal panorama calcistico nazionale, le dichiarazioni d’impegno delle banche siciliane («carta straccia» le definisce il presidente della Lega Antonio Matarrese) e la mediazione del sindaco Leoluca Orlando e del ministro Carlo Vizzini. L’Assindustria offre 500 milioni, che nei giorni seguenti si volatilizzano. Nessuno sa che fine abbiano fatto quei soldi. Per qualche giorno Matta e Schillaci sono introvabili, nei giorni più difficili del Palermo non si sa dove siano i due massimi dirigenti. L’8 settembre ’86 il Palermo sparisce dal calcio. Anche i trofei sono ceduti all’asta.

Ma Palermo è «ammalata» di calcio, e la domenica duemila persone seguono le sorti della Palermolympia, nel campionato Interregionale.

La nuova società rinasce ufficialmente il 7 gennaio ’87 e per volere dello stesso Matarrese, grazie ad una deroga, ricomincia dalla C2. La prima amichevole si gioca il 18 agosto ’87 contro i brasiliani dell’Atletico Mineiro davanti a 50 mila spettatori, molti di più della capienza ufficiale della «Favorita». Presidente è Salvino Lagumina, a capo di una cordata di imprenditori locali, vicepresidente Gianfranco Vizzini, direttore sportivo Franco Peccenini, allenatore Pino Caramanno. Sponsor è lo stesso Comune, che con il sindaco Orlando si è attivato per far ripartire la società, ancora assieme a Vizzini. Nell’organigramma societario entrano pure i tifosi e alcune cooperative. La squadra, costruita con giocatori giovani o di categoria, conta su calciatori dal futuro in serie A come Manicone e Di Carlo, stravince il campionato e si toglie l’incredibile soddisfazione di battere in amichevole l’Ajax 4-0, un mese prima finalista in Coppa delle Coppe. Eroe della giornata è Maurizio D'Este, autore di una tripletta. Inoltre, quel Palermo perde in finale col Monza la finale di Coppa Italia di C (in Brianza erano più presenti i tifosi del Palermo che del Monza…). L’anno dopo tecnico è Giorgio Rumignani mentre Caramanno va al Foggia. Nel Palermo para un giovanissimo Pino Taglialatela che giocherà per anni in serie A nel Napoli. Intanto lo stadio della «Favorita» chiude al calcio per i lavori di ristrutturazione in vista del Mondiale del ’90 e il Palermo «emigra» a Trapani. Ironia della sorte, proprio Caramanno sarà promosso in B in questa stagione, pareggiando la decisiva partita contro il Palermo. E il gol dei pugliesi sarà messo a segno dal palermitano «Nuccio» Barone…

Il 1989 è anno di avvenimenti importanti e tragici. A giugno la proprietà viene rilevata da Giovanni Ferrara e Liborio Polizzi, già presenti in società, mentre ad agosto cinque operai muoiono per il crollo dei tralicci della nuova tribuna della «Favorita». Una lapide li ricorda all’ingresso allo stadio. I primi tempi sono tragicomici: il Palermo, senza stadio, si allena perfino in spiaggia a Mondello.

La tanto attesa serie B arriva nel ‘90/’91, quattro anni dopo la radiazione. Il tecnico è Enzo Ferrari, che sostituisce a campionato in corso Franco Liguori. L’anno prima i rosa avevano perso ancora una volta in finale di Coppa Italia di C, ai rigori contro la Lucchese nel giorno del ritorno del calcio nella nuova «Favorita». La promozione arriva con il 2° posto e viene festeggiata con un’amichevole contro il Real Madrid. Un’altra amichevole all’inizio della nuova stagione rivela le debolezze del Palermo, che prende otto gol alla «Favorita» dal Milan stellare di Gullit e Van Basten. La squadra rosa retrocede subito: in panchina c’è Di Marzio, subentrato a Ferrari dopo poche giornate, il Palermo è fortissimo in casa ma debolissimo fuori. Un illecito sportivo, svelato anni dopo, lascia ancora più amarezza: coinvolge infatti il Taranto, diretto rivale del Palermo nella corsa alla salvezza. Dalla C alla B il passo stavolta è breve grazie all’ottima squadra messa in campo dal tecnico Angelo Orazi, ex del Giarre. E, finalmente, arriva anche la vittoria in Coppa Italia di C, superando il Como in finale. Ma nella stagione seguente, purtroppo, Orazi non è confermato dal presidente Polizzi (che si è intanto scambiato al vertice della società con Ferrara) perché, lusingato dall’Udinese in serie A, prende tempo. Così Polizzi lo sostituisce con il giovane Enrico Nicolini, costruendo una formazione altrettanto giovane. I rosa perdono le prime tre partite, l’allenatore viene esonerato e viene chiamato l’esperto Salvemini. La squadra è rinforzata e si salva. Sempre con gravi difficoltà economiche che fanno temere una nuova radiazione, il Palermo si ripresenta con nomi nuovi e conosciuti nella stagione ‘94/’95. C’è entusiasmo e i tifosi fanno registrare il record di abbonamenti (5000). Il nuovo Palermo in Coppa Italia in estate batte il Milan a San Siro e in campionato va bene fino a Natale, quando, con alcuni stipendi arretrati da pagare, la squadra si sfalda. L’aria è bollente, il presidente Polizzi arriva addirittura a spintonare l’allenatore Salvemini che prima annuncia le dimissioni e poi le ritira. Va via la carismatica figura di Giorgio Perinetti, dirigente con esperienza in grandi club. La squadra è affidata al tecnico Giampietro Vitali che, faticosamente, la salva. Mentre si conclude il campionato Polizzi abbandona e lascia nelle mani di Ferrara.